Come spesso accade il diavolo si nasconde nei dettagli. E così è successo con la modifica al regolamento per il servizio di trasporto scuolabus ed il trasporto disabili del Comune di Treviglio: il diavolo si è infilato nelle pieghe di un articolo.

Di questo regolamento noi non possiamo accettare, e lo abbiamo detto in Consiglio comunale, una parte dell’articolo 1 che così recita: “Non avranno diritto ad usufruire del servizio i nuclei famigliari che non siano in regola con il pagamento delle quote”.

Rispetto alla versione precedente del 2014 il soggetto è passato da “gli utenti” a “i nuclei famigliari” ma la sostanza non cambia: i bambini non avranno diritto allo scuolabus.

Due sono le cose che sono da mettere in evidenza in un testo non condivisibile:

  1. I diritti dei bambini a non subire le conseguenze delle condizioni economiche, momentanee o permanenti, della propria famiglia. Non stiamo parlando di vestiti di marca o di cellulari ma della scuola, della possibilità di andarci e dell’utilità di stare a mensa con i propri compagni. L’intero servizio sanitario nazionale si regge su una mutualità generale: chi può dà di più e così ci si fa carico di chi ha difficoltà. È un patto di cittadinanza tra diversi per possibilità ma pari in dignità. Questo rende più vivibile e pacifica una città.
  2. La mancanza nel testo della possibilità di usufruire comunque del servizio in casi particolari come la perdita del lavoro dei genitori o un problema economico della famiglia (argomenti già ritenuti validi per la rinuncia al servizio e chissà per quale motivo non ritenuti sufficienti per la continuazione del servizio stesso). Forse nella prassi si applicano attenuanti ma non può essere una concessione ma un diritto dei bambini.

Una comunità adulta difende i più deboli e i ragazzi in queste vicende lo sono. Gli adulti si devono confrontare con gli adulti senza far pagare ai bambini il conto; sono gli adulti a dover trovare la strada per rientrare dalla morosità, soprattutto se incolpevole. Una strada c’è sempre senza lasciare spazio ai furbi… ad esempio pagare con un baratto amministrativo.

Una città deve impegnarsi contro la povertà non contro i poveri e questo lo si deve vedere anche nei suoi regolamenti; prima di trasformarsi in una impresa di costruzioni ha il compito di proteggere le sue componenti più deboli.

PD Treviglio

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